Non tutti sanno che cosa è un “fontanile”: si tratta di un fenomeno peculiare, che dipende essenzialmente dalla struttura geologica e dalla composizione del suolo della pianura padana. Esso, infatti, nella sua parte settentrionale, o alta pianura, è costituito da materiali grossolani, quali ciottoli e ghiaia, attraverso i quali le acque superficiali e meteoriche arrivano a formare una falda acquifera a profondità variabile, che scorre naturalmente verso l’asse della pianura stessa costituito dal fiume Po.
Durante questo viaggio le dimensioni di questi elementi litologici vanno via via diminuendo e con l’avvicinarsi della bassa pianura, le ghiaie, dapprima sempre più fini, divengono sabbie ed argille, creando i presupposti per una nuova condizione idrogeologica. Le argille, infatti, con la loro impermeabilità, ostacolano il flusso della falda freatica costringendola in parte ad affiorare, dando così vita al fenomeno delle risorgive.
Tale fenomeno, che nel lontano passato si presentava con affioramenti spontanei, venne, in tempi più recenti, sfruttato dai nostri padri, che, con un sapiente ed accurato lavoro, captarono le vene sotterranee d’acqua per utilizzarle in agricoltura.
Attraverso un’iniziale escavazione nella campagna furono create le teste di fonte o capifonte ed all’interno di questi scavi, che hanno varie forme e dimensioni, l’acqua scaturisce in diverse polle o occhi di fonte, costituiti da tubi metallici o di cemento, che in tempi più recenti hanno sostituito gli antichi tini di legno. L’inserimento nel terreno di questi manufatti ha la duplice funzione di concentrare l’acqua delle vene sotterranee e di facilitarne la risalita in superficie.
Dalle teste di fonte attraverso le aste dei fontanili, l’acqua è convogliata nei canali che, con un fittissimo reticolo, distribuiscono questa notevole risorsa idrica alle campagne.
Un esempio “unico” d’irrigazione erano “le marcite”, un tipo di prato stabile che era irrigato anche d’inverno grazie alla particolare temperatura dell’acqua dei fontanili, che varia sempre dagli 8 a 16 gradi, e che consentiva in tal modo di eseguire anche sette tagli d’erba per anno.
Le particolari condizioni di vita all’interno di questi corsi d’acqua, determinano una vasta componente biologica, favorita anche dall’alberatura che ancora oggi costeggia le sponde dei fontanili e dei canali ad essa collegati, alberatura che in alcuni punti assume un piacevole aspetto boschivo.
Con il passare degli anni ed il mutare delle tecniche agricole e d’irrigazione, l’impatto umano su quest’ambiente è divenuto sempre più forte.
I problemi per questi particolari angoli di natura sono ora molti ed alcuni innescano spirali difficili da arrestare, ad esempio, la diminuzione, in alcuni casi, dell’alberatura che determina una crescita esuberante della vegetazione acquatica. Per contenere questa crescita è quindi necessario intervenire con tagli periodici del fondo che sono eseguiti ormai con l’impiego della fresa, che toglie sì la vegetazione in eccedenza, ma al tempo stesso uccide anche molte delle forme di vita che trova sul suo cammino, oltre ai danni strutturali che l’impiego di tali attrezzature provoca al letto della risorgiva.
Le teste di fonte, sempre meno utilizzate dagli agricoltori che ora prediligono le idrovore, possono divenire un fastidio che a volte è meglio eliminare: bastano alcuni colpi di ruspa per far scomparire ciò che i nostri padri hanno creato e realizzato in cento anni.
L’Amministrazione Comunale, avvalendosi anche del lavoro prezioso dei volontari, ha messo in atto in questi anni un progetto, tuttora in corso, di riqualificazione dei fontanili esistenti sul proprio territorio
Occorre rispettare e salvaguardare i fontanili e le rogge che da questi si diramano, è indispensabile tornare alla loro tutela e rispetto, al loro recupero e mantenimento, perché quest’eredità del passato, esemplare esempio di quello “sviluppo sostenibile” che riempie i discorsi di molti, ma che pochi sono poi disposti a realizzare in prima persona, possa tornare ad essere un elemento caratterizzante del nostro territorio.
Torniamo a considerare quest’eredità ricevuta dai padri come un dono prezioso, da lasciare, se possibile ancora più bello, alle future generazioni.
Nel territorio del Comune di Pandino sono ancora presenti 16 fontanili, che sono individuati, descritti ed illustrati nella documentazione in allegato.
FLORA E FAUNA DEI FONTANILI
Una ricca fauna acquatica dalla lunga stagione vegetativa, data la particolare temperatura dell’acqua, cresce nelle teste di fonte.
Le speci vegetali più comuni sono: Sedanino d’acqua – Veronica d’acqua – Crescione
Le più caratteristiche sono: l’Erba gamberana, le cui verdissime chiome ondeggiano allo sgorgare delle acque, e la Peste d’acqua che spesso fodera il fondo delle sorgenti con un tappeto scuro.
Dove l’acqua è ferma o ha lievi movimenti cresce la Lenticchia d’acqua, pianta galleggiante che ricopre ampie superfici.
Lungo l’asta del fontanile, dove l’acqua comincia a scorrere e la temperatura si modifica, si fanno largo le piante anfibie, riscontrabili sia in acqua bassa che sulle rive: Gramigna acquatica - Myosots – Giaggiolo giallo – Canna di palude – Iris – Tife – Giunchi.
Dove la corrente è più forte compare il Ranuncolo d’acqua.
Sulle rive crescono alberi come: Ontani – Pioppi – Salici – Platani – Robinie – Roveri – Noci – Gelsi - e arbusti fra cui Noccioli e Sambuchi.
Nelle teste di fonte vive una molteplice e variegata fauna e tra gli insetti si trovano: Il Gerride – la Notonecta e il Girinide. Tra i gasteropodi, la Limnea - la Vivipara e il Planorbis.
I pesci presenti sono: il Ghiozzo – lo Scazzone – il Varione – il Cavedano – l’ Alborella e, a volte, il Luccio. Lungo il canale compaiono l’Anguilla - la Carpa – e il Barbo, mentre fra i rettili la Biscia d’acqua.
Gli uccelli che si possono ammirare sono l’Usignolo di fiume – la Ballerina – la Cannaiola - il Cuculo – la Cincia – il Fringuello – il Verdone - la Tortora.